Intervista: Stopdown Studio

In attesa della mia recensione (con tanto di votazione a stelline) dell’ultimo evento targato CPS  a cui sono stata (Il seminario con Fabio Timpanaro come relatore.) Vi propongo un intervista fatta a due persone che ho conosciuto proprio alla settima edizione del Creative Pro Show. La loro filosofia di lavoro mi è subito piaciuta, infatti dopo l’evento invernale gli ho chiesto se potevo fargli qualche domanda… Ed eccoci finalmente qui!

Buona Lettura!

Allora, andiamo subito al sodo. Partiamo con il conoscervi meglio:
Nome. Cognome. Età e gusto preferito di gelato.

Samuel Giudice, 32 anni, fondente lampone e cocco.
Fabrizio Falcomatà, 33 anni, prima di diventare celiaco e diabetico direi fior di latte e cioccolato.

Ora che sappiamo chi siete: Descrivete l’altro in meno di 50 parole.
(Non barate).

Fabri? Haha, è per molti versi il mio opposto: rilassato, imperturbabile, a volte nel suo mondo. Quando però c’è da far festa, è il primo della fila e sorprende per l’idiozia contagiosa (nel senso buono del termine). È uno su cui puoi contare, senza alcun dubbio, sempre al tuo fianco e con la parola giusta al momento giusto. Creativo ovviamente e un po’ sognatore ma quello è un tratto comune!

Samuel é preciso, professionale, e al contrario di me ordinato (su quest’ultimo punto ci sto lavorando giuro). Sempre disponibile se hai bisogno é una persona sulla quale si può sempre contare.

Raccontateci della vostra avventura dagli inizi a oggi…

Diamine è davvero lunga, noi lavoriamo insieme da 14 anni ormai… Ci siamo conosciuti all’esame per la patente, Fabrizio suonava in un gruppo ed io iniziavo i primi scatti. Così ho cominciato a fotografare il gruppo ed ho scoperto la sua passione per il video. Abbiamo iniziato a mettere insieme i pezzi, ognuno con le sue competenze ma velocemente anche Fabri si è innamorato della fotografia. Lo studio dove lavoravo cercava personale ed io ho suggerito Fabrizio, così abbiamo iniziato più assiduamente a lavorare insieme. Abbiamo capito che funzionavamo, che ci si completava l’un l’altro.
Poi nel 2007 inizia l’avventura come freelance e nasce lo Studio Metrò, ovvero 7 professionisti con varie competenze in un unico spazio ed è andata davvero alla grande; come prima esperienza da liberi professionisti è stato un bel tavolo di confronto, abbiamo appreso moltissimo.
Nel 2010 però abbiamo sentito la necessità di avere un’identità un po’ più nostra, più definita e specializzata: ci siamo distaccati ed è nato così lo Stopdown Studio, un nostro piccolo spazio che abbiamo e stiamo tutt’ora coltivando. Nel contempo la rete di collaborazioni è cresciuta, abbiamo incontrato Martin e tutta la famiglia del Creative, il lavoro ha ingranato bene e ad oggi riusciamo a vivere degnamente della nostra passione, a toglierci anche qualche sfizio e soprattutto a continuare a sognare e crescere con questo nostro progetto…
Suvvia 14 anni in quattro righe, sono ancora stato bravo no? Ho tralasciato ovviamente i mille ostacoli e tutte le brutte storie ma noi siamo fatti così, preferiamo raccontare i sorrisi che aiutano di più.
Questo solo per dire che il percorso è stato certamente molto duro, scelte difficili e momenti di sconforto ma fa tutto parte del gioco e bisogna continuare a crederci.

C’è stato un momento in cui avete pensato di desistere?
Di gettare la spugna e trasferirvi a Honolulu insieme a Merlino?

Oh infiniti momenti difficili. Abbiamo entrambi figli e non è facile decidere di mettere tutto quello che hai in un sogno, soprattutto visto il costo di affitti e pannolini. Talvolta con le mani nei capelli a fine mese, spesso a guardare i conti e chiederci chi ce l’avesse fatto fare. Per intenderci non abbiamo nessuna solidità economica alle spalle ma famiglie normali che talvolta faticano ad arrivare a fine mese. In questo scenario risulta ancora più complesso crederci. Ma per contro abbiamo avuto due grandi fortune: la prima è avere al nostro fianco tantissime persone che hanno sempre creduto nelle nostre potenzialità e ci hanno moralmente sostenuto, le nostre famiglie in primis; la seconda è quella di esserci l’uno per l’altro e spesso ci si è fatti forza da soli. Ok suona un po’ omosessuale come discorso ma non avrei saputo descriverlo diversamente… Alla fine, per ora, tutto è andato per il meglio.

Avete ora la possibilità di lasciare un messaggio ai “voi stessi” di quando avete intrapreso questo viaggio, quale sarebbe?
(Uno per ognuno di voi)

Samuel: Vai avanti bello che tanto sai come si spala e il resto vien da se. Ah, sappi che finalmente deciderai di tatuarti, avrai 2 gatti, moglie e figlia. Matrimonio a Las Vegas, tranquillo. Insomma, tutto bene. No no, nessuna lotteria, qualche piccola botta di culo ma per lo più farina del tuo sacco.

Fabrizio: Caro mio ci sarà da trottare, non sempre sarà facile. Avrai vicino persone splendide di cui poterti fidare. Costanza e presa benenza porteranno soddisfazioni e sorrisi. Troverai nuovi amici che ti saranno di ispirazione.

E cosa direste all’altro?

Samuel: Hey buddy faremo un sacco di figate. Vedremo un sacco di posti. Prenderemo un sacco di sbronze. E tutto pagato.

Fabrizio: Che dire man, tieniti pronto a fare della nostra passione un lavoro. Ci saranno alti e bassi e in tutti e due i casi sarò li con te.

Essere in due aiuta? Come affrontate le situazioni critiche quando avete visioni opposte riguardo a un argomento?

Si, in parte abbiamo già risposto, per quanto ci riguarda essere in due aiuta molto. Certo ci vuole un grado di maturità e di pazienza molto elevato ed è sempre bene coltivare il rapporto; abbiamo due visioni delle cose spesso differenti ma abbiamo imparato a farne tesoro ascoltando e valutando con obiettività le idee dell’altro e cercando poi di tirare le somme per raggiungere il migliore risultato. È importante saper fare un passo indietro talvolta senza mettere di mezzo l’orgoglio che non serve a nulla in questi casi. È importante avere un buon dialogo e sapersi confrontare con calma. Sappiamo di essere molto diversi ma questo ci aiuta: ci compensiamo e siamo entrambi consapevoli dei limiti e dei pregi di ciascuno e grazie a questo la squadra funziona. Quando non siamo d’accordo ci diamo un po’ di tempo, ci beviamo qualcosa sopra, ci distraiamo un po’ e poi ci torniamo sopra a mente fredda. Per noi ha sempre funzionato, è una ricetta semplice ma efficace. Ah, e bisogna sapersi dire “ho fatto una cazzata” e riderci sopra. Capita.

C’è un mito o per meglio dire: una leggenda metropolitana… Il fatidico momento della “svolta”; esiste? Se si… Come riconoscerlo? Quali sono i sintomi?

Per noi c’è stato, ma non nel senso leggendario che si intende: eravamo entrambi responsabili di studio e ci siamo trovati quasi da un giorno all’altro senza una certezza lavorativa causa scadenze contrattuali ed età; fortunatamente le competenze acquisite e le collaborazioni intraprese nel frattempo ci hanno convinto di provarci e metterci in proprio. È stato un bel calcio nel culo li per li ma è stata la stangata giusta che ci ha fatto fare il salto. Abbiamo preso tutto quello che avevamo e ci siamo messi in gioco, nel nostro caso l’impegno è stato ampiamente ripagato. Quel momento lo riconosci perché se segui la logica ti porta al 50% esatto in due direzioni opposte, solo con variabili differenti; provarci o cercare certezze diverse. E allora devi decidere con quello che ti senti nello stomaco, perché alla fine te lo senti. E soprattutto bisogna ripetersi che nella vita, una soluzione si trova sempre, tanto vale provarci. Meglio avere un po’ di brutti ricordi che un solo rimpianto. Il momento della “svolta” come si intende nei film, beh quello non lo abbiamo avuto per ora. Ma ti dirò, siamo soddisfatti del percorso che ci stiamo costruendo, un pezzo alla volta.

Quale è il vostro progetto che più amate? Quello di cui andate più fieri.

Difficile dirlo; ogni volta che finiamo un progetto siamo al contempo esausti, svuotati, stufi e soddisfatti. Così su due piedi mi verrebbe da dirti l’ultimo a cui stiamo lavorando ma magari è l’entusiasmo del momento. Cerchiamo sempre di mettere il 100% in tutti i lavori, e per quanto retorico possa suonare questo rende ogni lavoro speciale. Certo alcuni riescono meglio di altri e ci rappresentano di più. Potremmo citare “Della genesi e del Verbo”, “Mithosis” e “Pirates”. Ma abbiamo un paio di cartucce che stiamo per sparare e che sono ferme da qualche tempo, siamo certi ci daranno grandi soddisfazioni.

Il vostro intervento al salotto creativo del CPS mi ha regalato un sorriso (e un minimo di speranza in quella valle di lacrime che è il panorama lavorativo per i creativi italiani) e vi ringrazio nuovamente. 

Qual è il consiglio che vi sentite di dare a tutte quelle persone che stanno per intraprendere la carriera di Freelancer o hanno iniziato da poco? (Oltre a quello di avere la faccia tosta e chiedere… Come potete notare funziona!)

Due su tutto: la prima è studiate ed appassionatevi, il mondo oggi è una risorsa inesauribile di nozioni e ispirazione. La seconda è siate consapevoli: siamo tutti esseri umani, anche quelli che vedete su Behance e vi chiedete da quale pianeta siano venuti per riuscire a fare quel lavoro; quindi se vi chiedete “come diavolo avrà fatto” o “perché lo ha fatto”… Beh semplicemente chiedeteglielo.
Imparate così ad ampliare la vostra visione del mondo, ad immedesimarvi in altre persone, altre culture, altri gusti e sapori. Poi prendete tutto e mettetelo nel vostro zaino, mescolate bene e vedete cosa viene fuori. E se non vi soddisfa lavorateci e siate pazienti e perseveranti. Insomma, avete le stesse possibilità di chiunque altro, bisogna solo capire su quale leva agire.

Secondo voi qual è l’errore che commettono le persone agli inizi di una carriera del genere (quella da freelance)?

Timidezza e spocchia. Queste sono le due cose da evitare assolutamente. Approcciarsi a chicchessia con una o entrambe di queste attitudini non porta mai a nulla, che siano clienti, colleghi, guru o presidenti. Siate sorridenti e presi bene, educati e sempre pronti ad imparare qualcosa, anche da chi non ve l’aspettate. C’è sempre da imparare ed è una gran figata. Siate a vostra volta sempre disponibili a condividere le vostre esperienze con spirito genuino ed appassionato. Trasmetterete qualcosa che nel 99% dei casi vi tornerà indietro in qualche altra forma. E se qualcuno non si mostra altrettanto disponibile nessuna paura: probabilmente non ci avete perso nulla.

Per concludere… C’è qualcosa che volete aggiungere?

Aggiungiamo che siamo molto contenti e lusingati per questa intervista e proprio in virtù di tutto quello che ci siamo detti invitiamo chiunque volesse a scriverci, contattarci, venirci a trovare… Lavoriamo in un posto sperduto ma meraviglioso, la fatica per farsi vedere è doppia ma altrettanto la soddisfazione. Quindi se qualcuno fosse in debito di autostima, passate da Stopdown, vi vedrete posti fantastici che vi ridaranno la misura delle cose ed il loro ruolo, qualche bicchiere di vino e quattro chiacchiere; ne uscirete con un gran sorriso ed una rinnovata voglia di fare.La stessa sensazione la potete provare ad ogni CPS e di certo ci incontreremo anche li. Per questo ringraziamo con tutto il cuore tutta la family del Creative e vi invitiamo ad esserci alla prossima edizione. E per finire vi invitiamo a seguirci sul nostro sito, su behance, sui social, per strada; insomma noi si fa un sacco di roba e siamo sempre curiosi di sapere che ne pensate e viceversa di dirvi la nostra su quello che fate voi.

A prestissimo quindi!

Sito: Stopdown Studio
Facebook: Stopdown Studio

Twitter: Stopdown_Studio
Behance: Stopdownstudio

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